Tutti conoscono Indiana Jones, archeologo e avventuriero del cinema. Ma cosa sappiamo degli oggetti che Indy va cercando nelle sue avventure? Si tratta solo di finzione cinematografica o c’è un fondo di verità?
Indiana Jones, l’archeologo avventuriero creato da George Lucas e Steven Spielberg, è diventato un’icona del cinema. Dagli anni ’80, stimola l’immaginazione di generazioni con le sue audaci esplorazioni alla ricerca di artefatti leggendari e misteriosi. Ogni film della saga ha portato il Dr. Jones a confrontarsi con oggetti di grande valore storico e mitologico. Ma questi oggetti sono solo un’invenzione cinematografica oppure sono realmente esistiti? Cerchiamo di fare luce sulla loro origine e sul contesto storico e culturale in cui sono inseriti.
L’Arca dell’Alleanza
Nel primo film della serie, “I Predatori dell’Arca Perduta” (1981), Indiana Jones è alla ricerca dell’Arca dell’Alleanza. Secondo la Bibbia, l’Arca era un’urna sacra contenente le Tavole della Legge date a Mosè sul Monte Sinai. Questo artefatto era considerato il simbolo della presenza divina e possedeva un enorme potere. Nella finzione del film, i nazisti, ossessionati dall’occulto e dall’esoterismo, cercano l’Arca per sfruttarne il potere. Questo non è del tutto inventato: nella realtà, il regime nazista sotto Adolf Hitler aveva un vivo interesse per l’occulto e cercava artefatti che riteneva avessero poteri mistici. Ma l’Arca è esistita veramente? Probabilmente sì. Solo che se ne perdono le tracce nel 586 a.C., quando gli Ebrei vengono sconfitti dai Babilonesi e portati come prigionieri a Babilonia. Gli storici ricordano questo episodio con il nome di cattività babilonese. Da allora se ne persero le tracce. Tuttavia, esiste una teoria che vede l’Arca dell’Alleanza custodita in Etiopia. Questa idea trae origine dalla tradizione etiope, secondo la quale Menelik I, figlio del re Salomone e della regina di Saba, portò l’Arca a Axum dopo averla sottratta dal Tempio di Gerusalemme. L’Arca sarebbe ora conservata nella Chiesa di Santa Maria di Sion, dove solo un monaco guardiano può vederla. Nonostante numerose ricerche e esplorazioni, nessuno è riuscito a ottenere prove concrete della sua presenza, mantenendo vivo questo mistero.
Le divinità oscure dell’India e le pietre di Sankara
Il secondo film, “Indiana Jones e il Tempio Maledetto” (1984), ci porta a conoscere le leggende e i miti dell’India. Indiana Jones si scontra con la setta dei Thug, che adorano la dea Kali, una divinità oscura della morte e della distruzione. Questo film trae ispirazione da storie e leggende che circolavano durante il periodo coloniale britannico, in cui si credeva che esistessero sette dedite a pratiche occulte e sacrifici umani. Sebbene tali storie siano state esagerate, il culto di Kali è una parte reale e complessa della mitologia indiana.
Inoltre, in “Indiana Jones e il tempio maledetto” il Dr. Jones va alla ricerca delle pietre di Sankara. Esse sono presentate come potenti oggetti mistici legati al dio indù Shiva, che conferiscono prosperità o devastazione. Sebbene queste pietre siano un’invenzione cinematografica, sono ispirate a varie leggende indiane. Il film mescola realtà e fantasia, utilizzando elementi come il culto dei Thug, una setta che compiva sacrifici umani in onore della dea Kali, e il significato spirituale delle pietre preziose nella cultura indiana. Nonostante non esistano leggende specifiche sulle pietre di Sankara, la narrativa del film sfrutta simboli religiosi potenti per creare un’avventura avvincente, tipica della serie di Indiana Jones.
Il Santo Graal
In “Indiana Jones e l’Ultima Crociata” (1989), il Dr. Jones è sulle tracce del Santo Graal, il leggendario calice utilizzato da Gesù durante l’Ultima Cena e che si dice abbia poteri miracolosi di guarigione e immortalità. Il Graal è un mito che affonda le sue radici nella leggenda arturiana: re Artù e i suoi cavalieri intraprendono una ricerca sacra per trovarlo. La ricerca del Graal ha affascinato generazioni di cercatori e studiosi, simbolizzando la ricerca della perfezione spirituale e “del divino, che c’è in tutti noi”.
I Teschi di Cristallo
Il quarto film, “Indiana Jones e il Regno del Teschio di Cristallo” (2008), si focalizza sui misteriosi teschi di cristallo, artefatti che, secondo alcune teorie, possiedono poteri straordinari e provengono da civiltà avanzate. Nella realtà, vari teschi di cristallo sono stati rinvenuti in siti archeologici in America Centrale, ma la loro autenticità è stata ampiamente dibattuta. Molti studiosi ritengono che siano falsi realizzati nel XIX secolo. Tuttavia, la leggenda persiste, alimentata da storie di poteri mistici e origini extraterrestri.
Il meccanismo di Antikythera
Nell’ultimo film, “Indiana Jones e il Quadrante del Destino” (2023), il quadrante di Archimede è chiaramente ispirato al misterioso Meccanismo di Antikythera. Questo antico dispositivo, rinvenuto in un relitto marino vicino all’isola greca di Antikythera, è considerato il primo computer analogico del mondo, utilizzato per calcolare le posizioni astronomiche. Scoperto all’inizio del XX secolo, il meccanismo ha affascinato gli storici e gli scienziati per la sua complessità e precisione, dimostrando il livello avanzato di conoscenza tecnologica degli antichi greci.
Conclusione
Le avventure di Indiana Jones ci portano in un viaggio attraverso la storia e il mito, mescolando fatti storici con elementi di fantasia. Gli artefatti che il Dr. Jones cerca non solo servono come strumenti narrativi per creare suspense e avventura, ma riflettono anche un interesse genuino per la storia, la mitologia e l’archeologia. La saga di Indiana Jones (che potete trovare su Disney+) continua a ispirare nuove generazioni di appassionati di storia e avventura, ricordandoci quanto sia importante il potere delle leggende e il fascino dell’ignoto.
GIORGIO PASTORE
Summary
Indiana Jones, the iconic cinematic archaeologist created by George Lucas and Steven Spielberg, has captivated audiences with his daring quests for legendary and mysterious artifacts. The article delves into the historical and mythical origins of the artifacts featured in the films.
In “Raiders of the Lost Ark” (1981), Jones seeks the Ark of the Covenant, a biblical relic containing the Ten Commandments, pursued by Nazis obsessed with its mystical powers. This mirrors the real-life Nazi interest in the occult.
“Indiana Jones and the Temple of Doom” (1984) explores the dark legends of India, involving the worship of the goddess Kali by the Thuggee cult, inspired by exaggerated colonial-era tales.
“Indiana Jones and the Last Crusade” (1989) centers on the Holy Grail, the legendary cup of Christ from the Last Supper, symbolizing spiritual perfection and immortality, rooted in Arthurian legend.
“Indiana Jones and the Kingdom of the Crystal Skull” (2008) focuses on the enigmatic crystal skulls, controversial artifacts believed by some to possess extraordinary powers, though often considered 19th-century fakes.
The latest film, “Indiana Jones and the Dial of Destiny” (2023), features the Antikythera Mechanism, an ancient Greek analog computer used for astronomical calculations, highlighting advanced ancient technological knowledge.
The adventures of Indiana Jones blend historical facts with fantasy, inspiring new generations and underscoring the enduring allure of myths and the unknown.