Storia di un dipinto enigmatico, mistico e affascinante
L’Isola dei Morti (Die Toteninsel) è un’opera pittorica riprodotta in una serie di cinque dipinti realizzati dal pittore simbolista svizzero Arnold Böcklin tra il 1880 e il 1886. Queste opere enigmatiche e potenti hanno affascinato e inquietato generazioni di spettatori, diventando simboli di riflessione sulla morte e sull’aldilà.
Le Cinque Versioni del Dipinto
Prima Versione (1880)
La prima versione fu commissionata dal collezionista Alexander Günther e venduta subito dopo essere stata completata. È caratterizzata da toni più chiari rispetto alle successive versioni.
Seconda Versione (1880)
Questa versione sarebbe stata commissionata da Marie Berna, vedova del barone von Sternberg, come memoriale per il marito. Ha ulteriori dettagli che intensificano l’atmosfera misteriosa e cupa.
Terza Versione (1883)
Nel 1883, Arnold Böcklin realizzò la terza versione de “l’Isola dei Morti” per Fritz Gurlitt. Questa versione, caratterizzata da un’atmosfera stoica e cupa, adornò successivamente lo studio di Adolf Hitler, come documentato da una foto dell’epoca.
Hitler acquistò il dipinto nel 1933, inizialmente per collocarlo al Berghof, la sua residenza nelle Alpi bavaresi, e poi spostandolo alla Cancelleria del Reich a Berlino. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, il dipinto fu portato in Russia come bottino di guerra e oggi risiede in un museo di Berlino.
Quarta Versione (1884)
La quarta versione de “l’Isola dei Morti” ebbe una vita piuttosto breve, e oggi ne resta solo una fotografia in bianco e nero. Questa versione fu acquistata da Heinrich Thyssen-Bornemisza e passò poi nelle mani della Berliner Bank. Tuttavia, il dipinto fu distrutto durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, lasciando solo la testimonianza visiva della fotografia.
Quinta Versione (1886)
Nel 1886, Arnold Böcklin ricevette una commissione dal museo Bildenden Künste di Lipsia per creare una nuova variante dell’opera. Quest’ultima versione de “l’Isola dei Morti” è ancora oggi esposta presso il museo, dove continua ad affascinare i visitatori, presenta una visione ancora più dettagliata e spettrale.
Significato Esoterico
L’Isola dei Morti è carica di simbolismo e ha suscitato molte interpretazioni esoteriche. La scena mostra un’isola scura e rocciosa, circondata da acque calme, con un’unica barca che trasporta una figura vestita di bianco e una bara, guidata da un barcaiolo. Questo scenario ha evocato l’idea del viaggio verso l’aldilà, simboleggiando il passaggio dall’esistenza terrena verso un’altra dimensione ultraterrena.
Il simbolismo della barca e del viaggio si collega profondamente a temi mitologici, come il viaggio di Caronte attraverso il fiume Stige nella mitologia greca, e i miti celtici di Avalon, l’isola leggendaria su cui dovrebbe trovarsi la tomba di Re Artù. Inoltre, alcuni studiosi hanno suggerito un collegamento con la teoria della Terra Cava, che immagina l’esistenza di un mondo sotterraneo abitato da una civiltà più evoluta della nostra, discendente dal popolo che un tempo abitava l’isola perduta di Atlantide. Hitler era affascinato dal mito della Terra Cava, per questioni ideologiche, connesse con il mito di Iperborea, in rapporto, secondo i Nazisti, con l’origine della presunta razza ariana.
Proprietari e Storia delle Opere
I dipinti de L’Isola dei Morti hanno attraversato varie mani nel corso degli anni. Oltre ai committenti originali come Alexander Günther e Marie Berna, le opere sono state possedute da influenti collezionisti e istituzioni. La loro popolarità e il fascino oscuro hanno attirato l’interesse di figure di spicco nella cultura e nella politica, compreso appunto Adolf Hitler. Si dice che egli si suicidò proprio nella stanza in cui si trovava esposta questa tela.
Collocazione Attuale delle Opere
- Prima Versione: Kunstmuseum di Basilea, Svizzera.
- Seconda Versione: Museo Metropolitano d’Arte, New York, USA.
- Terza Versione: Galleria d’Arte di Berlino, Germania.
- Quarta Versione: purtroppo è andata perduta sotto i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale.
- Quinta Versione: Museo delle Belle Arti, Lipsia, Germania.
Arnold Böcklin si ispirò a diversi elementi reali per creare la sua celebre serie di dipinti “L’Isola dei Morti” (Die Toteninsel). Anche se non esiste un’isola specifica che corrisponda esattamente a quella raffigurata nei suoi dipinti, Böcklin prese ispirazione da vari luoghi e monumenti che influenzarono la sua visione artistica.
Possibili Fonti di Ispirazione
Si ritiene che Böcklin abbia tratto ispirazione dall’Isola di Ponza, una piccola isola italiana nel Mar Tirreno. L’isola, con le sue scogliere rocciose e grotte naturali, potrebbe aver fornito l’atmosfera suggestiva e misteriosa che caratterizza i suoi dipinti.
Böcklin visse a lungo a Firenze e frequentava spesso il Cimitero Inglese, un luogo caratterizzato da tombe monumentali e una vegetazione rigogliosa. L’atmosfera malinconica e serena del cimitero potrebbe aver ispirato l’idea di un luogo di riposo finale in mezzo alla natura.
Alcune fonti suggeriscono che Böcklin possa aver tratto ispirazione anche dalla sua villa situata sul Lago di Costanza, al confine tra Germania e Svizzera. La vista dell’isola di Mainau, situata nel lago, con i suoi giardini lussureggianti e il castello, potrebbe aver contribuito alla concezione dell’isola misteriosa.
Altre fonti di ispirazione potrebbero essere state l’isola di Pontikonissi presso Corfù e l’isolotto della Fortezza Aragonese di Ischia, che somiglia molto alla costruzione dell’onirica rappresentazione; Böcklin vi soggiornò un anno prima di dipingere il primo dipinto ed è possibile che abbia anche potuto assistere ai riti funebri dei pescatori presso il cimitero vicino di Ischia Ponte. Ma non solo. A ispirare il pittore potrebbe essere stata anche l’isola di San Giorgio, vero e proprio cimitero-isola sulla costa del Montenegro.
Elementi Architettonici e Naturali
Böcklin combinò questi elementi reali con la sua immaginazione per creare una visione unica e onirica. L’isola raffigurata nei dipinti presenta caratteristiche architettoniche e naturali che evocano un senso di mistero e solennità:
- Cipressi: Gli alti e scuri cipressi sono simboli tradizionali di lutto e sono comuni nei cimiteri mediterranei.
- Scogliere Rocciose: Le imponenti scogliere che circondano l’isola conferiscono un senso di isolamento e protezione, simboleggiando l’inaccessibilità della morte.
- Architetture Funebri: Le tombe monumentali e i mausolei presenti sull’isola richiamano lo stile dei cimiteri antichi e dei monumenti funebri.
Influenze culturali
Il dipinto “l’Isola dei Morti” di Arnold Böcklin ha avuto un’influenza significativa su varie forme d’arte e cultura. Sergei Rachmaninov ha composto un brano musicale ispirato al dipinto, catturandone l’atmosfera cupa e misteriosa. Nella letteratura, H.P. Lovecraft e Vladimir Nabokov hanno tratto spunto dai temi di morte e isolamento del dipinto per le loro opere. L’immagine oscura e inquietante del dipinto ha influenzato anche registi come Robert Wiene per il film “Il gabinetto del dottor Caligari” e segmenti del film “Fantasia” della Disney. Per quanto riguarda le arti visive, Salvador Dalí e H.R. Giger hanno incorporato elementi oscuri e surreali simili nelle loro creazioni. Inoltre, il dipinto ha lasciato il segno nei media moderni, inclusi in videogiochi come “The Elder Scrolls IV: Oblivion“. In sintesi, “l’Isola dei Morti” continua a ispirare e a evocare profonde riflessioni sulla mortalità e l’ignoto in diverse discipline artistiche.
Conclusioni
L’Isola dei Morti di Arnold Böcklin non è basata su un luogo reale specifico, ma piuttosto su una fusione di vari elementi reali e immaginari. Böcklin prese ispirazione da paesaggi naturali e monumenti funebri che conosceva e li trasformò in un’opera d’arte simbolista che esplora temi universali come la morte, l’aldilà e l’eterna quiete. Questa combinazione di realtà e immaginazione contribuisce al fascino duraturo e all’impatto emotivo delle sue opere.
Arnold Böcklin conobbe la morte in maniera profondamente personale e dolorosa, perdendo sei dei suoi dodici figli. Questo lutto profondo si riflette nel silenzioso traghettare della barca verso un luogo di eterno riposo, tema centrale dell'”Isola dei Morti“. Nel 1888, Böcklin creò un’opera di significato opposto intitolata “L’Isola dei Vivi“, un incantevole olio su mogano che è esposto al Kunstmuseum di Basilea. Secondo alcuni studiosi, l’Isola dei Morti e l’Isola dei Vivi sarebbero complementari, due facce della stessa medaglia.
Arnold Böcklin morì nel 1901 a San Domenico di Fiesole, in una villa che aveva acquistato alcuni anni prima. Le sue spoglie riposano nel Cimitero protestante fiorentino agli Allori.
L’Isola dei Morti rimane una delle opere più evocative e misteriose della storia dell’arte. Le sue cinque versioni, ricche di simbolismo e cariche di un’atmosfera inquietante, continuano a suscitare interpretazioni e riflessioni sul significato della vita e della morte. Il loro impatto culturale e la loro rilevanza esoterica le rendono non solo capolavori artistici, ma anche profondi specchi delle nostre paure e speranze più profonde.
GIORGIO PASTORE
Summary
Arnold Böcklin’s “Isle of the Dead” is a series of five enigmatic paintings created between 1880 and 1886. These artworks depict a mysterious, isolated island surrounded by calm waters, with a solitary boat carrying a white-clad figure and a coffin. Inspired by real locations such as the Italian Island of Ponza, the English Cemetery in Florence, and Böcklin’s villa on Lake Constance, these paintings evoke themes of death and the afterlife. Each version of the painting has its unique characteristics and is housed in prominent museums: Kunstmuseum Basel, the Berlin Art Gallery, the Metropolitan Museum of Art in New York, the Hermitage Museum in Saint Petersburg, and the Museum of Fine Arts in Leipzig. The “Isle of the Dead” series reflects Böcklin’s blend of reality and imagination, creating powerful symbols that continue to intrigue and mystify viewers.
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