Molte volte è difficile vivere in questo mondo, soprattutto perché sono gli altri che ci rendono questo mondo così complicato. Spetta a noi vivere nel miglior dei modi, superando ogni difficoltà e ostacolo. Molte volte mi è capitato di aiutare persone a superare certi momenti difficili o certi problemi di carattere emotivo e psicologico. Proprio per questo ho deciso di mettere qui per iscritto certi rimedi, utili a persone con problemi simili perché potrebbe non sembrar così, ma sono davvero tante. Sono tante le persone che vivono male, soffrono, rischiano la pazzia, e non hanno la volontà, il tempo, il coraggio di chiedere aiuto. Anche perché molte volte non si sa a chi rivolgersi. Spero che questi scritti possano aiutare altre persone, come già è successo in passato.
SE GLI ALTRI TI ASSILLANO
Se gli altri ti assillano con mille discorsi diversi, ascoltali e prendi da loro solo ciò che vuoi. Non tutto il male viene per nuocere ed i consigli delle persone, così come le critiche, devono essere sempre ben accetti. Non puoi comandare loro di azzittirsi, perché è libertà di ognuno di noi poter dire quello che vuole, solamente la loro parola non deve poterti condizionare. Tu sei una persona a te stante ed hai una tua testa, delle tue idee che devi rispettare.
Le persone attorno a te possono proporti diverse vie, ma sarai tu a scegliere quella che ti sembra più adatta alla situazione. Anzi, i consigli sono la prova che ci sono persone che ti hanno a cuore e che vorrebbero aiutarti.
È la dimostrazione che sei amato/a da loro. Per cui, non sentirti assillato/a solo perché c’è qualcuno che dice cosa devi fare. Come ho già detto, la loro voce è da prendere come un consiglio, non come un comando. Decidi tu per te stesso/a.
Cerca di trarre un utile anche dall’inutile. Se sei costretto/a ad ascoltare discorsi inutili, fai finta di sentire, annuisci, di solo “sì” e lascia perdere, ma non dare pareri su ciò che ti hanno detto.
Dì solo “non so…”, “può darsi”. Saprai tu che non sei d’accordo. Invece, se t’interessa controbattere, magari per difendere una persona, non avere mai paura di farlo.
Insomma, mettiti in gioco solo quando ne vale davvero la pena, perché è inutile assecondare discorsi futili o senza una logica. Ricorda che hai sempre cose più importanti da fare. Se ti trovi in mezzo ad una discussione particolarmente noiosa, dì che hai fretta di andartene, che hai una cosa urgente da fare, come andare in casa per spegnere il gas o perché aspetti una telefonata importante, etc.
Purtroppo, è una cattiva abitudine della gente quella di farsi gli affari degli altri e dover per forza interferire, come se volessero sempre mostrarsi come gentili, disponibili, perfetti.
In realtà, nella maggior parte dei casi è solo ipocrisia. È un loro modo di sentirsi utili alla società, o di redimere i loro peccati (in una società dove il cristianesimo fa sentire tutti peccatori). Pensano magari, in buona fede, di fare del bene, ma non capiscono che possono spesso ottenere l’effetto opposto.
Tale ipocrisia non serve. A volte, le persone si mostrano disponibili solo perché è usanza delle persone civili “rendersi disponibili”, per non sembrare sgarbati, ma una cosa è da ricordare sempre. Ciò che dicono è da prendere così, come dicevo prima, solo come consiglio, possibilità. Nessuno potrà mai veramente sapere quello che tu hai dentro, per cui, l’unica persona che dovrai veramente ascoltare è solo una: te stessa.
“Nosce te ipsum” (CONOSCI TE STESSO)
Prima di conoscere gli altri, bisogna conoscere se stessi. Molte volte ci si dimentica di questo particolare e si pretende di poter vivere bene, ma non è così. Chi non conosce se stesso, è incompleto e vive di conseguenza una vita incompleta.
Come si fa a conoscere se stessi? È molto semplice. Prima di tutto, è importante guardarsi spesso allo specchio. Può sembrare una sciocchezza o un eccesso di vanità, ma non è così.
Abbiamo un volto che è unico e dobbiamo conoscerlo perfettamente per poterlo utilizzare. Spesso, per mancanza di personalità, ci dimentichiamo qual è il nostro volto e agiamo nella vita sentendoci qualcun’altro, magari un attore cinematografico (questa cosa capita molto spesso nei minuti successivi la visione di un film).
Ma ciò è sbagliato. Perché voler essere qualcun altro quando siamo già qualcuno? Forse perché vogliamo esserlo, vogliamo essere qualcuno di diverso, che non possiamo (inevitabilmente) essere, qualcuno migliore (a nostro avviso). Ma non c’è persona migliore di noi stessi ed il nostro volto non ha nulla che non va, perché è il nostro ed è unico.
Dobbiamo accettarlo ed amarlo. Possiamo migliorarlo se vogliamo, ma non cambiarlo. E quando ci sentiamo qualcun altro, assumiamo le espressioni facciali della persona che vorremmo essere o meglio, pensiamo sia così, ma non lo sarà mai, perché ogni volto ha le sue espressioni caratteristiche e mettere le espressioni di un altro viso sul nostro è uguale a metterci le scarpe di qualcun altro. Non sono le nostre e ci possono andare bene, ma spesso ci vanno larghe o strette.
Accade questo quando ci sentiamo un’altra persona: risultiamo strani, perché le espressioni degli altri, sono loro caratteristiche e può essere che non si adattino al nostro viso.
Invece, dobbiamo concentrarci su ciò che vediamo nello specchio e studiare il nostro volto, lavorarci sopra. Siamo un entità completa, che non deve invidiare niente a nessuno. Abbiamo tutto quello che hanno gli altri e ci deve bastare. Non deve sussistere nessuna invidia. Non importa se gli altri sono più alti, più magri, più belli (secondo una nostra opinione, perché la bellezza non esiste, è una caratteristica soggettiva).
Dobbiamo imparare ad accettare ed amare il nostro corpo, anche perché se ci consideriamo brutti o non come vorremmo essere, rischiamo di diventarlo davvero. Il nostro corpo è lo specchio di ciò che abbiamo dentro. Se ci deprimiamo e ci trascuriamo, il nostro corpo ne risente e può divenire proprio come non vorremmo che diventasse. Invece, una persona che si accetta e si piace, per forza di cose, è una bella persona e piacerà anche agli altri.
Una persona felice trasmette felicità, una persona che si sente bella irradia bellezza, così come una persona depressa deprime chi le sta intorno. Impariamo a vivere bene, a volerci bene ed accettare la nostra identità, il nostro corpo ed il nostro essere una persona completa. Il nostro corpo ha sempre bisogno di sentirsi amato. Quanto tempo gli dedichiamo invece? Pensateci un attimo e rispondetevi da soli, ma senza guardarvi: che mani avete?
Sono di palmo quadrato o rettangolare? Non sapete rispondere? Forse perché le avete sempre viste e mai osservate. C’è differenza tra i due termini. E quanti nei avete sul petto? Ne avete?
Chissà! Sembrano sciocchezze, ma magari conoscete meglio il corpo di un’altra persona che il vostro. Vi sembra normale? Di certo non lo è. E qui, ritorniamo all’inizio: conosci te stesso prima di conoscere gli altri. Dovete prendervi del tempo per stare soli con voi stessi, osservarvi, capirvi, per sentire il vostro respiro.
Vi è mai capitato di sentire il vostro respiro? E la vostra voce? Che voce avete? Avete mai provato a parlare a voi stessi davanti ad uno specchio? Non è una cosa da pazzi, se non l’avete mai fatto è ora di provare. Prendetevi dei momenti che siano solo vostri. È ora di imparare a convivere con voi stessi, è ora di ritornare ad essere una persona.
RISPETTA TE STESSO
Sei a tavola e stai per cenare con tutta la famiglia. Magari, capita anche di rado. Squilla il telefono, ti alzi, rispondi: è un tuo amico che vuole parlarti. Inizi a dialogare con lui. Finita la telefonata ritorni a tavola e scopri che gli altri non ti hanno aspettato e hanno già finito. D’altronde sei rimasto al telefono un quarto d’ora, venti minuti e non potevi pretendere che il loro piatto si raffreddasse. La festa che ti eri tanto immaginato/a è finita. Rimani così solo davanti al tuo piatto.
Qual è la soluzione? Semplice. Devi rispettarti.
Ci sono certi momenti della giornata che devono divenire per te sacri. Ad esempio il pranzo e la cena. Devi fare sempre quello che ti fa felice. Se ti andava di parlare col tuo amico più che stare a tavola con la tua famiglia, allora va bene.
Ma è una tua scelta. Calcola che con l’amico ci puoi parlare sempre, la famiglia a tavola invece non c’è sempre, almeno nella maggior parte dei casi. Questo è solo un esempio.
L’importante è fare le scelte giuste, quelle che ti fanno felice. Può capitare anche il contrario: sei a tavola, squilla il telefono, tuo padre o tua madre si alza da tavola, va a rispondere e rimane lì tanto tempo. La festa è rovinata lo stesso.
Ma non deve essere così. I momenti sacri devono essere rispettati, ma l’importante è che siate sempre coscienti che gli altri possono fare ciò che vogliono, ma ciò non dovrà interessarvi; l’importante è che voi troviate la vostra felicità solo dentro voi stessi, affidandovi solo a voi stessi. Perché, nel mondo, incontrerete spesso persone che si comporteranno in un modo che potrà disturbarvi, ma anche persone che agiranno in linea col vostro essere. Il mondo è grande. Non dobbiamo aspettarci che tutti debbano per forza pensarla come noi. L’agire degli altri, non deve scalfirci.
ABBATTERE GLI STEREOTIPI
Premetto che, molto spesso, la gente viene sopraffatta da problemi che, in realtà, non esistono. Problemi legati, in questo caso, al proprio aspetto fisico. Dobbiamo imparare a capire una cosa fondamentale: un conto è il corpo, corruttibile, passeggero, e un conto è l’anima, immortale, eterna, rappresentante il nostro vero “io”. Pur sapendo ciò, molto spesso si soffre lo stesso a causa di problemi “materiali”, o meglio, per ciò che sembrano tali.
La società odierna impone certi canoni sbagliati. Ogni giorno si vedono in televisione belle ragazze (all’apparenza perfette) che ti dicono: “butta via il grasso di troppo, diventa come me”, “via alla cellulite!”, “diventa come me…”; ma tutto ciò è sbagliato. Perché noi non dovremmo mai seguire la moda, divenendo uguali a tutti gli altri.
Se si andrà avanti così, un giorno si avrà un mondo di persone tutte simili. E il nostro “io”? Dove lo mettiamo? Come si suol dire, il mondo è bello proprio perché è vario. Non dobbiamo cercare di essere uguali ad un’altra persona, perché noi stessi siamo perfetti così come siamo, e per questo dobbiamo imparare ad apprezzarci e conoscerci meglio. Accettarci.
D’altronde, nessuno può giudicare il suo corpo in modo obiettivo, perché ognuno lo vede deformato, e se uno ha un difetto, anche se lavora per farselo passare, spendendo ore ed ore di tempo, e milioni di Euro, questo difetto lo vedrà sempre, perché esso sta nella propria testa e solo qui. Da qui, ad esempio, certe malattie più che altro psicologiche, come l’anoressia, in cui ad esempio, anche se una persona si vede grassa e dimagrisce fino ai limiti umani, si vedrà sempre grassa. Ci sono persone che, pur pesando 40 kg, si vedono grasse ed invidiano altre persone magre, anche se, in realtà, sono più grasse di loro.
Un anoressico infatti guarisce solo quando si convince di voler guarire, quando si rende conto da sé che effettivamente è troppo magro, che qualcosa non va bene. Ecco perché, di solito, la guarigione inizia quando si è toccato il limite massimo raggiungibile, quando cioè si incomincia a svenire e ad avere conseguenze a livello fisico (perdita capelli, perdita del mestruo, o quando si incomincia a vedere nascere intorno a sé l’angoscia, nei propri cari… etc.).
Ma perché si deve arrivare a tanto? Cos’è che ci porta a questi livelli? Proprio i canoni di bellezza che ci impongono i mass media e la società. Canoni, come dicevo prima, sbagliati, in quanto la bellezza è soggettiva. Se si cominciasse a vedere una persona bella per come è, e non perché è magra, si abbatterebbe lo stereotipo della magrezza. È inutile desiderare di essere un’altra persona o voler avere una parte del suo corpo, perché la si ritiene perfetta.
La bocca di Julia Robert può star male su un altro viso, quindi non sono belle tutte le donne magre, o tutte quelle con la bocca grossa, siliconata. Ogni persona è bella per via di una serie di elementi aggregati insieme, elementi comunque soggettivi ed unici, da persona a persona.
Son poche le persone che sanno apprezzarsi per quel che sono. La sicurezza non viene come uno può credere, da un corpo alto, magro, perfetto, perché ci sono persone già magre, belle, che niente avrebbero da invidiare ad altre, eppure sono insicure lo stesso. Una persona invece può pensare: “se fossi perfetto, andrei per strada più sicuro di me!”, ma si sbaglia. La sicurezza viene da dentro. Un buon allenamento è sforzarsi, allenarsi a guardare le foto di un giornale o guardare un gruppo di persone etc. e sforzarsi di trovare un elemento bello in ogni persona che si vede. Ciò aiuta a diventare meno critici in generale, perché se si trova almeno un elemento bello in ogni persona che si vede, è come dire che ognuno è bello per quel che è, in quanto particolare. Non bisogna né invidiare qualcuno, né criticarla, perché se ci si abitua a non criticare gli altri, si riuscirà anche a non criticare se stessi, e se troveremo anche negli altri qualcosa di bello, potremo anche imparare a trovarlo dentro noi stessi.
Scopri i tuoi elementi migliori, quelli che ti piacciono di più e valorizzali, invece dì stare sempre a sottolineare quelli meno belli. E ricorda, accetta con gioia i complimenti ma non farli diventare troppo importanti, perché se un complimento è in grado di farti sentire perfetto, allo stesso modo, una critica può gettarti nella disperazione.
COME POTER AFFRONTARE I PROBLEMI DELLA VITA: “passi di bimbo”
Come dicevano nel film “What’s about Bob”, ogni cosa può essere affrontata nella vita, semplicemente usando questa tecnica: “passi di bimbo”. Un bambino, può arrivare dove vuole, muovendosi lentamente ed a gattoni.
Allo stesso modo, una persona adulta, pian pianino, passo dopo passo, può arrivare dove vuole nella vita. Non bisogna lasciarsi spaventare dai mille impegni che ci attendono questa settimana, questo mese, questo anno, perché se pensassimo a tutti questi come se dovessimo affrontarli tutti insieme, ovviamente ci sentiremmo oppressi e angosciati. Il segreto è pensare all’oggi e non al domani.
Anche se sappiamo che abbiamo tutta la settimana piena di impegni, è inutile e svantaggioso pensare di doverli affrontare tutti ora! Pensiamo agli impegni di oggi, a quello che dobbiamo fare tra due minuti; nemmeno a quello che faremo stasera, perché stasera è stasera e, ancora, non ci dovrebbe preoccupare. Non angosciamoci pensando a quell’impegno importante e difficile che ci aspetta tra un mese. Accadranno mille altre cose prima, per cui è prematuro pensarci.
Passo dopo passo, lentamente, ci arriveremo.
Ma nel frattempo, godiamoci la vita senza pensarci. L’uomo è in grado di fare ogni cosa a questo mondo. L’ha dimostrato.
Non ce niente che un uomo non possa fare. L’importante è saper gestire il tutto, in modo da fare le cose passo dopo passo. Dobbiamo costruire un ponte? Caspita! Se lo si pensa prima ancora di aver iniziato i lavori, ci sembrerebbe impossibile un impresa del genere; eppure, gli ingegneri non si arrendono e di ponti, ne costruiscono!
L’11 settembre 2001 sono crollate le Torri Gemelle. Il governo USA ha già dichiarato che vuole ricostruirle identiche a prima. Noi potremmo pensare “che lavoro!”, eppure, come ho detto prima, l’uomo è capace di fare di tutto a questo mondo. Non c’è fretta. Non dobbiamo aver la fretta di fare una cosa. L’importante e farla e conta poco quanto tempo ci mettiamo. Anzi, più tempo impiegheremo nel fare una cosa, più probabilmente la faremo bene. Si sa che le cose di fretta sono quelle che riescono peggio. Con “passi di bimbo”, lentamente, ogni cosa può essere fatta, basta avere pazienza e sapersi organizzare. Non bisogna prefigurarsi il lavoro finito. L’importante è cominciare.
COME POTER VINCERE LA PROPRIA INSICUREZZA
Fondamentalmente, tutti noi nasciamo insicuri nella vita. Il bambino ha bisogno delle indicazioni dei genitori per affrontare le cose della vita, così apprende ad essere meno insicuro. L’insicurezza nasce dal fatto che una persona ha paura di sbagliare nel fare certe cose. E, se ha paura di sbagliare, è perché non ha tanta fiducia in se stesso, oppure perché deve fare qualcosa che non ha mai fatto in precedenza e pensa che ci possano essere persone che la possono fare meglio di lui. Non si sente all’altezza di un determinato compito.
Tuttavia, tutti noi abbiamo le stesse potenzialità, questo è da tenere in considerazione. Così, in realtà, non dovrebbe sussistere tale paura, in quanto siamo pari ad ogni altra persona sulla Terra. Quando camminiamo per strada, può capitare di sentirsi osservati, scherniti, presi di mira dagli occhi delle altre persona, ma nel 99 % dei casi non è così. Queste sono solo nostre paranoie, derivanti dal fatto che ci sentiamo insicuri di noi stessi, ci sentiamo meno belli degli altri, più impacciati, diversi. E questo, a sua volta, complica la situazione, perché una persona che si sente impacciato, nel correggersi, lo diventa davvero.
Mettiamo il caso che una persona perfettamente normale e senza alcun problema si sente brutta, magari solo perché una volta nella vita qualcuno gli ha detto che lo era. Questa persona ha basato su quel determinato evento tutta la sua vita. Così, cerca di correggersi, invece senza volerlo magari ottiene proprio l’opposto, perché modifica innaturalmente il suo essere.
Alla fine, chi guardandosi allo specchio può dire di essere bello? Sono molti di più i casi in cui le persone dicono di non piacersi.
E, tra queste, possiamo ritrovare anche persone famose, modelle e attori del cinema considerati dalla massa sex symbol. Persone, all’apparenza sicure di sé e del loro aspetto fisico ma, in realtà, persone; proprio come tutti noi.
Di fronte ad uno specchio, anche miss Italia si sarà detta “Che brutta che sono!”. È normale. Ma dobbiamo pensare una cosa fondamentale: la bellezza è soggettiva.
Ci sono anche altri punti chiave da tenere in mente, ma li vediamo tra poco.
Continuando a parlare della bellezza, come ho detto, è soggettiva, nel senso che “non è bello ciò che è bello, è bello ciò che piace”; altrimenti, perché le persone che noi consideriamo brutte hanno comunque una vita normale ed un matrimonio felice? Bello e brutto sono giudizi personali e, a dire il vero, nemmeno fondamentali. Conta allora di più essere buoni, sani, giusti piuttosto che belli. E tutte queste ultime qualità sono facilmente gestibili. Quindi, pensiamo a vivere bene, piuttosto che pensare alla bellezza. Anche perché chi vive bene, diventa più bello dentro e quindi anche fuori.
Uno degli altri punti chiave, a cui accennavo prima è, ad esempio, il fatto di aver paura di affrontare le cose.
Non c’è niente al mondo che non ci è permesso fare, come ho detto già precedentemente. Quante volte mi è capitato di dire “Non ce la farò mai!” poi invece ci provavo e ce la facevo! Il nostro giudizio, anche in questo caso, conta poco. Non dobbiamo avere paura di fare una cosa solo perché la crediamo impossibile. Niente è impossibile e se volete potete anche “mangiarvi” il mondo! Bisogna buttarsi, nelle imprese che ci troviamo a dover affrontare, a testa alta.
Anche in questo caso, l’esito di una determinata azione dipende da come l’affrontiamo. Se saremo titubanti, indecisi, deboli, allora potremo anche non raggiungere l’esito voluto e ci auto-infliggeremo ingiustamente la colpa della sconfitta. Ma se le cose, anche quelle che ci sembrano più impossibili, le affrontiamo decisi ed a testa alta, allora sarà difficile perdere, perché, quando si è fortemente motivati, metà del lavoro è già stato fatto.
Così, ci sono anche dei piccoli trucchi usati dai manager in campo aziendale che ci aiutano a proporci in una maniera più decisa, esternamente di fronte agli altri. Se, ad esempio, dobbiamo stringere la mano ad una persona, non la stringeremo debolmente, ma fortemente, perché più la stretta di mano è decisa, più noi stessi diamo l’idea di essere decisi. Più stringiamo forte la mano, più ci sentiamo noi stessi forti. Nei colloqui di lavoro serve molto questo “trucchetto”. Così come è importante lo sguardo.
Se dobbiamo parlare ad una persona, dovremo sempre guardarla negli occhi, senza mai distogliere lo sguardo. Guardare di lato, o abbassare lo sguardo dà un’idea di timidezza, insicurezza; è come abbassare le difese, così che, chi abbiamo di fronte, spesso se ne può approfittare per imporsi e schiacciarci con la sua figura, facendoci sentire ancora più a disagio.
Invece, dobbiamo essere sempre noi a gestire la situazione. Dobbiamo sempre avere il controllo della situazione e, per farlo, dobbiamo possedere il controllo del nostro corpo.
Così, anche la voce è importante; dobbiamo avere un tono deciso, forte e chiaro, usando il diaframma. Cioè, dobbiamo respirare col naso ed espirare con la bocca, gonfiando la pancia (non il petto); si trattiene l’aria nei polmoni e, nel mentre, si parla.
Ci accorgiamo che usiamo il diaframma quando abbiamo gli addominali tesi. In questo modo, anche con un breve respiro possiamo parlare per più secondi senza fermarci. Inoltre, in questo modo, l’emozione non potrà mai strozzarci la voce. Quante volte ci è capitato di perdere improvvisamente la voce durante un colloquio importante o un esame universitario? È l’emozione che gioca brutti scherzi, ma noi possiamo prevenire la cosa, usando per l’appunto il diaframma.
L’insicurezza ci arriva anche dal fatto che, molto spesso, non ci ricordiamo qual è il nostro volto. Guadiamo un film e ci sentiamo il protagonista, così può capitare di assumerne per un breve periodo le espressioni facciali e corporee, ma ciò è male, perché non saremo mai la persona che vorremmo essere, ma noi stessi; e probabilmente, le espressioni che a quella persona stanno bene, sul nostro corpo stonano. Così, un esercizio importante da farsi sarà quello di guardarsi allo specchio molto spesso e molto a lungo, perché solo così impareremo a conoscerci.
Infondo, lo dicevano anche i filosofi dell’antichità (Socrate, per esempio) “Nosce te ipsum”, conosci te stesso. Specialmente, conosci te stesso, prima di voler conoscere gli altri. Per capire una persona, prima di tutto bisogna capire se stessi. E molto spesso, facciamo più caso agli altri che a noi stessi. Ma prima di tutti gli altri, veniamo noi. Questo è da tenere sempre in mente. Sulla Terra siamo tutti uguali. Tutti. Tutti quanti, sentiamo il mondo esterno più o meno allo stesso modo. L’odore del caffè, sarà lo stesso odore per noi e per tutti gli altri sparsi per il mondo. Tutti quanti ci facciamo male se cadiamo e tutti quanti siamo felici se ci danno un bacio o una carezza.
Questo per fare un esempio, per dimostrare che non esistono persone migliori o peggiori di altre. Anche le persone più cattive, lo sono perché la loro cattiveria è solamente espressione di un loro stato d’animo, un risultato di tutta la vita trascorsa, l’esito del loro essere, dei loro drammi e dei loro patimenti. Le persone buone, lo sono perché non hanno mai sofferto nella vita, come chi è definito cattivo. O comunque, ha saputo gestire meglio la cosa. Molti sembrano buoni, in realtà covano dentro una rabbia inaudita, solo che la sanno governare. Il problema è che, spesso, arrivati ad un certo limite, scoppiano e diventano “serial killer”.
Dobbiamo cercare invece di sfogare la nostra rabbia in modo graduale e senza ferire mai nessuno. Dev’essere una faccenda personale, anche perché la nostra rabbia deriva solo da noi stessi. Gli altri non ne sono mai la causa, anche se noi lo crediamo. Quando siamo nervosi e odiamo qualcuno, prima di tutto dovremmo fare noi stessi un esame di coscienza e capire cosa c’è che non va in noi. Perché se una persona sta bene con se stesso, anche se gli pesti un piede, può benissimo nemmeno dire “aia”! Le guerre le fanno solo le persone annoiate e arrabbiate già in partenza.
Quindi, ritornando al discorso di partenza. Nessuna impresa è impossibile da realizzare. Con i giusti stratagemmi si può fare tutto nella vita. Anzi, un esercizio per poter “guarire” dalle nostre indecisioni sarebbe proprio quello di fare ciò che meno vorremmo fare. Se si va a fare un corso per diventare attori, ad esempio, la prima cosa che ti possono far fare e quella di farti togliere le scarpe, per rimanere così a piedi nudi. Se siamo in città, e non al mare, si può provocare disagio anche solo stare a piedi nudi, per cui, molto spesso, questa richiesta non viene bene accolta dagli aspiranti attori (ma anche ballerini, lottatori, etc,). Eppure è una cosa necessaria, perché un attore deve sentire col proprio corpo il mondo che gli sta intorno e deve poter abbattere ogni barriera interpersonale, deve interagire con gli altri suoi compagni attori, senza pudore alcuno.
Ascoltando e rispettando la richiesta di rimanere a piedi nudi, ci mettiamo in gioco. Mettiamo in primo piano una nostra causa di disagio. Poi, dopo poche volte che si fa una cosa, ci si abitua inevitabilmente a farla, per cui queste persone si ritroveranno a piedi nudi a lavorare tranquillamente tutti quanti insieme e si renderanno conto che la loro era solo una paura ingiustificata, un disagio iniziale senza senso. E ci accorgeremo che tutti quanti hanno dei piedi uguali ai nostri e che il nostro era solo un pudore senza senso.
Lo dimostra il fatto stesso che al mare si sta quasi completamente nudi. Le nostre paure e le nostre insicurezze derivano solo da nostre condizioni mentali. Quando riusciremo a vedere le cose oggettivamente, dall’alto, come realmente sono, riusciremo anche a vivere meglio. L’importante è ricordarsi sempre che non c’è niente al mondo che gli altri possano fare e tu no. Siamo tutti uguali, abbiamo tutti le stesse potenzialità e, se ci buttiamo a testa alta nelle nostre imprese, senza tentennare, credendo in ciò che si sta facendo, non facendo le cose tanto per farle, ma con una certa determinazione, grinta, motivazione, avendo una cieca fiducia in se stessi, allora le possibilità di perdere sono davvero scarse o nulle.
I problemi non esistono. Quelli che noi chiamiamo problemi, sono solo sfide da accettare e da superare a testa alta.
COME VINCERE LE PROPRIE MANIE
Che cos’è la mania? È la derivazione di una qualche tensione nervosa, è una specie di scaramanzia, ma in realtà, di per sé, non esiste. È solo una derivazione delle nostre paure. E se noi non avessimo tali paure, di conseguenza non esisterebbero nemmeno le manie. Perciò l’ideale sarebbe renderci conto che la paura ci è estranea perché fuori dal nostro “fortino”.
Metaforicamente, il fortino rappresenta la nostra persona, inattaccabile dall’esterno, in quanto protetta da barriere inespugnabili.
Noi non lasceremmo mai entrare una “paura” nel nostro fortino, perché fanno parte del “mondo esterno”.
Le paure sono derivate da insicurezza, dal confronto con gli altri, dalla gelosia, dall’invidia, dalla sfiducia in se stessi, dalle cattive abitudini,dalla non conoscenza di ciò che ci sta davanti. E tali paure generano manie. Azioni ripetute che si eseguono per dare coraggio, per scongiurare un pericolo, per dire a noi stessi “se ripeto questa azione come prima, e prima non mi è capitato niente, allora non mi accadrà niente nemmeno adesso”. Ma, in realtà, tutto ciò è solo un inutile sforzo mentale, una perdita di tempo, la realizzazione dell’esistenza di un pericolo che in realtà non esiste. Perché, come si è detto prima, intorno a noi c’è un “fortino” che ci protegge da tutto e da tutti. All’interno di questo, noi siamo al sicuro e niente del mondo esterno ci può toccare.
D’altro canto, questo è un circolo vizioso, perché, se la paura genera le manie, le manie generano nuove paure o le rafforzano immancabilmente.
La mania ci rende cosciente dell’esistenza di un pericolo che, se non fossimo “maniaci”, probabilmente non vedremmo più. È come inciampare sempre nella stessa buca, e inevitabilmente, scoprirne sempre di nuove. Così da trasformare la nostra vita in un eterno inciampare in buche differenti. Dobbiamo, una ad una, eliminare queste buche. Tapparle e dimenticarle per sempre. Una ad una. Ci sono cose più importanti da fare nella vita che inciampare sempre nelle stesse manie. E quando la nostra vita diventerà una mania unica? Impazziremo e sarà la fine. Invece no! Dobbiamo renderci conto che è la nostra mente a creare queste manie. Non dobbiamo dare retta alle voci nella nostra mente e loro si affievoliranno, fino a scomparire. Una ad una. Non esiste la paura perché non esistono i pericoli. Dobbiamo liberare la mente per accogliere solo ciò che deve essere accolto. Dobbiamo lasciare spazio al Silenzio, alla Pace, alla Tranquillità, ai Desideri, alla gioia… all’amore.
La sera, prima di dormire, non pensate a niente. “Ascoltate il Silenzio”, nasconde in sé più di quanto possiate immaginare. Cercate di percepire ogni minimo rumore in lontananza. Chiudete gli occhi e concentratevi sul nero. Sentite il vostro respiro. Appoggiate una mano sul vostro petto, sentite il battito del cuore. Sentite l’odore di fresco delle lenzuola appena lavate.
Ci sono infinite cose che potete fare al posto di perdere tempo dietro le manie. Ricordatevi: va tutto bene.
Il vostro fortino è inespugnabile.
L’ANSIA E IL TEMPO
L’ansia è derivata da molte cose ma, principalmente, dal fatto di non riuscire a fare certe cose che ci si è programmati di fare. Anch’essa si può controllare. Prima di tutto, quando vi sentite ansiosi, fermatevi, respirate profondamente e cercate di capire perché lo siete. Cercate di mantenere sempre la calma, solo così potrete uscirne fuori. Non vi servirà a niente girare a vuoto di qua e di là o disperarvi o rimproverarvi… anzi, se pensate di aver perso tempo, sappiate che in questo modo ne perderete ancor di più, e non va a vostro vantaggio. Volendo ben vedere, non esiste nemmeno “il tempo”.
L’uomo di oggi, corre a destra e a manca, convinto di essere sempre in ritardo, ma, in tal modo, non si gode la vita, non si accorge della gioia che ogni singolo momento può dare. Si corre, si corre, e non si vive. Questo, perché il concetto di tempo è relativo. Non bisogna troppo pensare né al passato né al futuro, ma solo al presente. Il presente è l’esistenza. È inutile lamentarci se nell’arco di una giornata non riusciamo a fare tutte le cose che ci eravamo prefissati di fare, vorrà dire che ne faremo solo alcune, ma fatte bene! Perché se si cerca di fare troppo, alla fine si scopre che non si è fatto niente, o lo si è fatto male. E, alla fine della giornata, potremo anche sentirci soddisfatti delle tre cose fatte. Poi, il giorno dopo potremo pensare al resto.
Leon Battisti Alberti, umanista del XV secolo diceva: “L’uomo è padrone del suo tempo”. Nessuno può comandare il comandante del “fortino” (leggi il discorso precedente), è lui il capo assoluto! Non deve essere il tempo a rincorrere noi, ma viceversa. Il segreto è avere un programma libero, fare ciò che si desidera di fare sul momento senza impazzire, e farlo bene. Sentirsi appagati da ciò che si fa, altrimenti.
Inoltre, a volte è anche utile non fare niente. Dobbiamo pensare che se passiamo del tempo senza fare niente, non lo buttiamo via. A volte, è anche utile riflettere, sentirsi, respirare soltanto. Lo stress e l’ansia sono anche dovuti al fatto che per tutto il giorno teniamo costantemente la mente sotto pressione, e questo non le fa bene… a volte è utile prenderci queste piccole vacanze.
È come quando teniamo per tanto tempo accesa una macchina. Questa si riscalda e, alla fine, può anche esplodere.
Lo stesso può capitare al nostro fisico. Ci stressiamo, l’ansia cresce e, magari, ci sembra anche di non aver mai fatto abbastanza. No! Dobbiamo agire con coscienza e vivere la vita attimo per attimo. Gustare ogni minimo elemento, sentire ogni odore, toccare ogni cosa… Solo così potremo sentirci vivi e potremo dire di aver vissuto la nostra giornata.
E per farlo, abbiamo tutto il tempo che vogliamo.
Giorgio Pastore