I FANTASMI DEL LAGO CUCCARELLO

Indagine sui misteri del Lago Cuccarello, sito a Solignano – Parma.

di Stefano Panizza

La nostra storia inizia a Specchio, un piccolo borgo arrampicato sulle colline parmensi di Solignano, un paesino lungo la Val di Taro.

“Vai al lago Cuccarello, lì ogni tanto si sentono piangere dei bambini, ma che nessuno riesce a vedere…”.

Una vicenda intrigante, quella che mi racconta una giovane donna. Ed in quanto tale meritevole di approfondimento. Approfondimento che si presenta difficoltoso fin da subito. Perché, chiedi a destra e chiedi a manca, nessuno sembra sapere nulla di questa sinistra diceria.
Decido, allora, di approcciarmi alle persone in modo meno diretto. Chiedo, cioè, se siano a conoscenza di una tragedia consumata nelle acque del lago. Spesso, infatti, le storie di fantasmi hanno origine da fatti realmente accaduti, drammatici, il più delle volte.
Ma anche questo filone investigativo non porta a nulla.
Insomma, nessuno sa nulla né di spettri e né di morti violente. Eppure…
Infatti, un bel giorno trovo soddisfazione in un’anziana signora che abita a Fopla (una località non troppo distante dal “nostro“ specchio d’acqua).

“Sì, ricordo di un brutto fatto di cronaca. Morirono annegate quattro persone, tutte insieme. In pratica, la barca che li trasportava affondò. Cioè, non si capovolse, colò proprio a picco. Non so quando successe esattamente, ma sicuramente parecchie decine di anni fa”.

Purtroppo, anche “sguinzagliando” persone di mia fiducia che abitano nella zona, non aggiungerò ulteriori informazioni (ma neppure conferme) a quanto riferitomi dalla gentil donna.
Non mi resta che vedere personalmente il lago. Il che non è una delle operazioni più semplici di questo mondo, in quanto è sperduto fra le colline.
Comunque, alla fine, lo individuo, non prima di aver apprezzato la curiosa figura di una Madonna. L’immagine votiva è ai margini di un modesto sentiero, sorretta da un cippo di forma tronco piramidale. Dico “curiosa” perché vede la Vergine ed il Bambino appollaiati su di un covone di grano, con ai loro piedi una serie di angeli genuflessi che porgono offerte. Mi pare un evidente richiamo alla Madre Terra o, meglio ancora, alla divinità romana Cerere, dea dell’agricoltura. Ma, probabilmente, è anche un omaggio ai cari defunti, visto che il grano, quando viene mietuto, in un certo senso, “muore”.

Torniamo al lago. Si presenta di un colore verde tanto intenso da togliere trasparenza alle sue acque. Ed è davvero piccolo, con la sua forma stretta ed allungata. Così come, a naso, deve essere anche poco profondo.

Per questo mi chiedo come sia stato possibile l’annegamento contemporaneo di ben quattro persone. Già il fatto che la barca sia affondata e non capovolta, avrebbe dovuto dare un tempo sufficiente ai suoi occupanti per predisporsi al salvataggio. Poi, le rive sono estremamente vicine anche per chi si trova al centro del bacino lacustre e, per questo, velocemente raggiungibili (così come tempestivi sarebbero stati i soccorsi). Senza dimenticare che l’affondamento dell’imbarcazione appare davvero poco comprensibile. Mi spiego meglio. Sicuramente si trattava di un piccolo natante, viste le modeste dimensioni del lago. Quindi, le sue condizioni di sicurezza dovevano essere facilmente verificabili da chi aveva il compito di darlo a noleggio.
Insomma, un incidente, se di questo si tratta, che appare davvero strano da qualunque prospettiva lo si guardi.
In realtà, le cose potrebbero essere andate in modo diametralmente opposto. Perché, quella stele grigiastra lungo la riva che custodisce un sant’Antonio che si regge in piedi, potrebbe essere il “grazie” di un qualcuno. Infatti, secondo quanto riferito ad un amico da un abitante della zona, ben tre persone si sarebbero sentite miracolate per non essere affogate dopo il capovolgimento della loro imbarcazione.

A questo punto, vien da chiedersi: si tratta di due episodi che nulla hanno da spartire, o la voce popolare ha stravolto i contenuti di una medesima vicenda? Chissà…
Ma torniamo al presente. Il silenzio tombale che avvolge il lago invita a soffermarsi. Ed il pensiero non può che andare ad inizio Novecento, quando era di moda frequentarlo, sia con passeggiate lungo le sue rive oppure affrettandosi ad un imbarcadero sempre affollato di gente.

Molto diversa, invece, è la situazione al momento della mia visita. Forse anche complice la scarsità d’acqua, regna un senso di abbandono.

Comunque, felice di averlo finalmente trovato, non immagino la sorpresa che mi aspetta di lì a poco.
Infatti, nel viaggio di ritorno, incontro una mandria di bovini che sta pascolando beatamente. Non mi preoccupo più di tanto, visto che le bestie sono prese dal loro ruminare. Finché, una di loro si accorge della mia presenza e drizza il muso. Prima una e poi un’altra, infine tutte insieme, alzano la testa e guardano nella mia direzione.
Sono ad una cinquantina di metri da loro. Una distanza di relativa sicurezza, nel caso passasse per la loro testa qualche strana idea. Cosa che, puntualmente, succede. La prima a partire al galoppo è un “affare” brunito di proporzioni gigantesche. E velocemente tutti lo seguono (vitelli compresi). Morale, una mandria di mucche, tori, manzi e roba simile mi sta puntando con decisione. Purtroppo, sono nel bel mezzo di un campo, cioè, decisamente isolato. Non mi resta che correre, sperando di arrivare al boschetto, che dista trecento metri, prima che loro raggiungano me. Purtroppo, l’erba alta non facilita l’andatura, così come il terreno sconnesso (e pure il timore di calpestare quelle bisce lunghissime già frequentemente incontrate nel corso del pomeriggio). Però, si sa, l’adrenalina “fa miracoli” e raggiungo la sospirata boscaglia prima che i bovini mi facciano la “festa”. Come previsto, i bestioni, non andranno oltre.
Comincio a dar ragione a chi dice che andare a caccia di misteri sia pericoloso.

STEFANO PANIZZA

SUMMARY: Investigating the Mysteries of Lake Cuccarello in Solignano – Parma

By Stefano Panizza

The story begins in Specchio, a small village nestled in the hills of Solignano, along the Val Taro in Parma. According to local lore, Lake Cuccarello is said to be haunted by the cries of invisible children. Intrigued by this tale, I decided to investigate, only to find that the locals knew nothing of such eerie rumors.

Persisting with my inquiries, I shifted my focus to whether any tragedies had occurred at the lake, believing ghost stories often stem from real, dramatic events. This approach also yielded no results until an elderly woman in nearby Fopla recounted an old incident. She remembered a boat sinking in the lake, drowning four people. Unfortunately, even with further investigation, I could not confirm or expand upon her story.

Determined to see the lake for myself, I embarked on a journey to its remote location. The lake, with its deep green waters, appeared small and shallow, making the story of the simultaneous drowning seem improbable. The boat’s unexplained sinking added to the mystery.

Near the lake, a votive image of the Madonna and Child surrounded by angels hinted at a connection to the Roman goddess Ceres and possibly served as a memorial for the deceased. A nearby stele with an image of Saint Anthony suggested another narrative, where three individuals were said to have been miraculously saved from drowning.

Despite the conflicting accounts, the lake‘s silent, abandoned atmosphere invites contemplation of its past, when it was a popular spot for strolls and boat rides in the early 20th century. Today, the area feels neglected, with water levels low.

My visit ended with an unexpected encounter with a herd of cattle, leading to a tense escape to a nearby grove. This experience underscored the unpredictable nature of investigating mysteries, making it clear that such pursuits can be unexpectedly perilous.

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