Da secoli, alcune persone provano a comunicare con gli spiriti utilizzando vari metodi, tra cui quello con le bacchette da rabdomanzia.
La rabdomanzia, l’arte di trovare acqua, minerali o oggetti nascosti con l’uso di bacchette o pendoli, ha una storia millenaria. Oltre alla ricerca di risorse naturali, esiste una pratica meno conosciuta ma altrettanto affascinante: l’uso delle bacchette da rabdomanzia per comunicare con gli spiriti.
Storia e origine
Le bacchette da rabdomanzia sono tradizionalmente fatte di rami di alberi flessibili, come il salice o il nocciolo, ma possono essere anche di altri materiali, come il metallo (ottone e rame specialmente). Questa pratica ha radici antiche, infatti vi sono testimonianze che risalgono all’antico Egitto, alla Cina e alle culture celtiche. Nel corso dei secoli, la rabdomanzia è stata utilizzata non solo per la ricerca di acqua, ma anche per tentare la comunicazione con eventuali entità spirituali.
Il metodo
Per comunicare con gli spiriti, il rabdomante (la persona che usa le bacchette) segue una serie di passi rituali:
- Preparazione: il rabdomante si concentra, purificando la mente e l’ambiente circostante. Spesso viene accesa una candela o bruciato dell’incenso per creare un’atmosfera adatta.
- Impostazione delle Domande: le domande vengono formulate in modo chiaro e semplice, affinché gli spiriti possano rispondere con facilità. Le bacchette possono rispondere muovendosi in determinate direzioni per “sì” o “no”.
- Utilizzo delle Bacchette: il rabdomante tiene le bacchette con entrambe le mani, parallele al terreno. Dopo aver posto la domanda, osserva il movimento delle bacchette. Se le bacchette si incrociano, la risposta è “sì”; se si allontanano, la risposta è “no”.
Testimonianze ed esperienze
Numerose persone che praticano la rabdomanzia per comunicare con gli spiriti riportano esperienze straordinarie. Ad esempio, alcuni raccontano di aver ricevuto messaggi da parenti defunti o spiriti guida, mentre altri descrivono incontri con entità che risiedono in luoghi specifici. Anche noi del C.R.O.P. ci abbiamo tentato, con ottimi risultati. Non ci spieghiamo come le bacchette possano muoversi, pur tenendo le mani immobili, ma succede.
Critiche e scetticismo
Come molte pratiche esoteriche, la rabdomanzia per comunicare con gli spiriti è oggetto di scetticismo. Gli scettici sostengono che i movimenti delle bacchette siano il risultato di micro-movimenti involontari delle mani del rabdomante, piuttosto che risposte genuine da parte degli spiriti. Tuttavia, esperienze fatte da noi personalmente, come già spiegato, dimostrano che le bacchette si muovono a prescindere da l’operatore (come potete vedere guardando la puntata 1×05 di Paranormal Expeditions).
Conclusione
L’uso delle bacchette da rabdomanzia per comunicare con gli spiriti rappresenta un’interessante fusione tra antiche tradizioni e credenze spirituali. Sebbene non vi siano prove scientifiche definitive a sostegno di questa pratica, la sua persistenza nel tempo dimostra il fascino che esercita sull’immaginazione e sulla spiritualità umana. Per chi è aperto a esplorare i confini tra il visibile e l’invisibile, la rabdomanzia rimane un ponte affascinante verso il mondo degli spiriti.
GIORGIO PASTORE
Summary: Using Dowsing Rods to Communicate with Spirits
Dowsing, an ancient practice traditionally used to locate water or minerals, also includes a lesser-known method of communicating with spirits. Dowsing rods, made from flexible branches or metal, are used in this spiritual practice. The dowser prepares by clearing their mind and environment, formulates clear questions, and observes the rods’ movements for “yes” or “no” answers. While some report receiving messages from deceased relatives or spirit guides, skeptics attribute the rods’ movements to involuntary micro-movements of the dowser’s hands. Despite the lack of scientific proof, this practice endures, captivating those interested in exploring the boundary between the visible and invisible worlds.