L’ULTIMA STREGA

Chi fu l’ultima strega a essere processata e condannata a morte in Europa? Ufficialmente, Anna Göldi, vittima di un terribile episodio di intolleranza religiosa e superstizione che si concluse nel 1782 con la sua esecuzione in Svizzera. Tuttavia, forse non fu l’ultima a essere uccisa per stregoneria.

Il caso di Anna Göldi

Anna Göldi nacque nel 1734 a Sennwald, nel Cantone di San Gallo, in Svizzera. La sua vita fu segnata dalla povertà e dalle difficoltà. Dopo la morte prematura dei genitori, iniziò a lavorare come domestica presso varie famiglie. Fu proprio durante uno di questi impieghi che ebbe luogo il dramma che avrebbe segnato la sua vita.

Nel 1782, mentre lavorava come domestica per la famiglia del dottor Johann Jakob Tschudi a Glarona, Anna Göldi fu accusata di stregoneria. La figlia di Tschudi, Anna Maria, cominciò a manifestare strani sintomi, come convulsioni e vomito di aghi. Tschudi e altri membri della comunità locale attribuirono questi fenomeni alla stregoneria, puntando il dito contro Göldi.

Nonostante le deboli prove e l’assenza di una confessione volontaria, Anna Göldi fu arrestata e sottoposta a tortura. Sotto la pressione della tortura, Göldi confessò di aver avvelenato la giovane con metodi magici, sebbene in seguito ritrattò la sua confessione. Tuttavia, il tribunale di Glarona la dichiarò colpevole di “corruzione di una bambina” e, con un pretesto legale, di tentato omicidio, poiché la stregoneria non era più ufficialmente considerata un crimine.

Il 13 giugno 1782, Anna Göldi fu decapitata pubblicamente a Glarona, diventando l’ultima persona in Europa ad essere giustiziata ufficialmente per stregoneria. Il suo caso suscitò un certo scalpore, anche se il processo e l’esecuzione furono condannati da alcuni contemporanei, come esempio di ingiustizia.

Il riconoscimento storico e la riabilitazione

Per molti anni, la vicenda di Anna Göldi rimase un oscuro capitolo della storia svizzera, ma nel tempo è diventata un simbolo della lotta contro l’ingiustizia e la superstizione. Nel 2008, più di due secoli dopo la sua morte, il Parlamento del Cantone di Glarona ha riabilitato ufficialmente Anna Göldi, riconoscendo l’errore giudiziario che aveva portato alla sua esecuzione.

Oggi, il caso di Anna Göldi è commemorato attraverso vari mezzi, tra cui un museo a Glarona dedicato alla sua memoria. Questo museo serve come monito delle conseguenze devastanti del fanatismo e della superstizione, ricordando al mondo le atrocità che possono essere commesse in nome della giustizia quando la razionalità e i diritti umani sono abbandonati. Tuttavia, vi è un altro caso di stregoneria, ancora più recente. Anna Göldi è considerata l’ultima donna ad essere stata processata per stregoneria in Italia, ma non l’ultima a essere stata uccisa.

Il caso di Margherita Degaudenzi

Margherita Degaudenzi, detta “la Gatina”, visse a Cervarolo, un piccolo villaggio del Piemonte, in Italia, nel XIX secolo. Nonostante l’Illuminismo avesse già fatto ampiamente breccia in Europa, portando con sé il declino delle persecuzioni ufficiali contro la stregoneria, la superstizione continuava a persistere in alcune zone rurali. Questo contesto di credenze popolari fu fatale per Margherita.

Nel 1828, Margherita fu accusata da due suoi concittadini di aver lanciato un maleficio su di loro. Questi uomini, credendo che lei fosse responsabile delle loro sventure, decisero di prendere la giustizia nelle proprie mani. Senza un processo, né alcuna prova, Margherita venne brutalmente aggredita e uccisa a bastonate. Il suo assassinio avvenne in un contesto in cui la legge ufficiale non riconosceva più la stregoneria come reato, ma le superstizioni e le paure popolari restavano ancora fortemente radicate.

La differenza con Anna Göldi

Il caso di Margherita Degaudenzi differisce da quello di Anna Göldi, giustiziata nel 1782 in Svizzera, principalmente per la mancanza di un processo ufficiale. Mentre Göldi fu vittima di un sistema giudiziario che ancora formalmente perseguiva la stregoneria, Margherita cadde vittima della violenza privata, scatenata dalla superstizione popolare. Questo fa di Margherita Degaudenzi una delle ultime vittime della superstizione legata alla stregoneria in Europa, ma non “l’ultima strega” processata e condannata ufficialmente.

Una triste eredità

La storia di Margherita Degaudenzi rappresenta uno degli ultimi tragici episodi di violenza contro presunte streghe in Europa. Anche se non fu vittima di un processo giudiziario, la sua morte segnala che, nonostante i progressi culturali e scientifici, la superstizione e la paura potevano ancora condurre a violenze ingiustificate.

La sua vicenda è un triste promemoria di quanto profondamente radicate fossero queste credenze e di come, anche dopo la fine ufficiale della caccia alle streghe, la paura del soprannaturale potesse ancora spingere le persone a compiere atti di estrema crudeltà.

GIORGIO PASTORE

Summary

Margherita Degaudenzi, known as “la Gatina,” was a woman from Cervarolo, a small village in Piedmont, Italy, who became one of the last victims of witchcraft accusations in Europe. In 1828, she was accused by two fellow villagers of casting a curse on them. Without trial or evidence, these men violently beat her to death, driven by superstition. Unlike Anna Göldi, the last woman officially executed for witchcraft in 1782 in Switzerland, Margherita’s case lacked judicial proceedings, highlighting the lingering power of superstition even after the formal end of witch hunts in Europe.

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